La Fiat è stata condannata per attività anti-sindacale dal Tribunale di Bologna; per i giudici la Fiom ha diritto ad avere rappresentanti sindacali. Il tribunale di Bologna ha condannato la Fiat per attività antisindacale alla Magneti Marelli di Bologna riconoscendo alla Fiom il diritto di avere rappresentanti sindacali. E’ la prima sentenza di alcune decine di cause presentate dal sindacato guidato da Maurizio Landini contro il Lingotto. È il momento della responsabilità verso le lavoratrici, i lavoratori della Fiat e verso il Paese: la Fiat applichi in tutti i suoi stabilimenti lo Statuto dei lavoratori, le leggi e i principi costituzionali.
Testo Integrale della provvedimento
Con la sentenza di accoglimento del ricorso per condotta anti-sindacale mosso dalla Fiom-Cgil contro la Magneti Marelli, il primo in Italia, il giudice ha riconosciuto la sostanziale irregolarità ed ingiustizia con cui l’azienda aveva di fatto estromesso il sindacato più rappresentativo dalle sue fabbriche, interrompendo di fatto la possibilità di rappresentanza sindacale (almeno della grande maggioranza dei lavoratori) così come previsto dalla nostra democrazia.
L’esclusione della Fiom-Cgil dalla contrattazione costituirebbe un “grave volnus” al principio di democrazia nelle relazioni industriali: questo un passaggio delle motivazioni del decreto con il quale il tribunale del lavoro di Bologna ha condannato la Magneti Marelli, società del gruppo Fiat, per comportamento anti-sindacale accogliendo il ricorso sull’ex articolo 28 dello Statuto dei lavoratori presentato dalla Fiom, il 14 febbraio scorso, dovuto all’esclusione dei suoi delegati alla rappresentanza sindacale aziendale.
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