Con questo messaggio Greta Thunberg, studentessa e attivista svedese di 15 anni, ad agosto scorso ha iniziato la sua protesta per chiedere al Parlamento di Stoccolma azioni concrete in difesa del clima ed è diventata il simbolo della consapevolezza ambientale.
Consapevole di non poter ancora votare e dell’obbligo scolastico, ha iniziato a scioperare dalla scuola ogni venerdì mattina fuori dal Parlamento svedese affinché i provvedimenti in linea con l’Accordo di Parigi possano essere realizzati quanto prima, fino ad attirare l’attenzione dei media, del governo svedese e successivamente di altri Stati sulle emissioni di carbonio e sui cambiamenti climatici indotti dall’uomo: #FridaysForFuture e #Climatestrike diventano gli hastag della protesta di studenti e adulti.
Il clamore di questa protesta l’ha portata a partecipare al COP24, vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a dicembre 2018 e al World Economic Forum di Davos a gennaio scorso. In entrambi gli eventi Greta ha evidenziato la mancanza di provvedimenti adeguati alla criticità della situazione climatica e la necessità urgente di agire “come se la propria casa fosse in fiamme” per cercare di salvare quanto ancora non è stato distrutto, con la speranza che questo possa essere sufficiente.
A sostegno di questo ha sottolineato come “la civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare a fare profitti. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. Molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso”. Contemporaneamente ha sollecitato le coscienze di tutti perché “votare e influenzare i politici però non basta. Noi dobbiamo iniziare a cambiare ciò che possiamo da oggi per poter cambiare il sistema un domani. Cominciamo con noi stessi”.
Il 15 marzo scorso ha guidato lo sciopero globale per il clima organizzato in 105 paesi del Mondo ed è stata candidata al premio Nobel per la Pace.
“Vengo dalla Svezia, che molti credono un piccolo paese. A loro non importa cosa facciamo. Ma io ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Se alcuni ragazzi decidono di manifestare dopo la scuola, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo volessimo veramente”.